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Quale atteggiamento tenne l'influente Società teosofica tedesca al momento della Machtergreifung? E, viceversa, quale fu la posizione del Terzo Reich nei confronti dei teosofi? Furono immediatamente perseguitati o vi fu invece un qualche tentativo di dialogo? Se alla prima domanda è lo stesso autore di Nationalsozialismus und Thosophie (Lipsia, 1933), il teosofo Hermann Rudolph, a fornire una risposta inequivocabile, è alla postfazione che è stato affidato il compito di soddisfare ogni possibile curiosità rispetto agli altri interrogativi. Pagine dense e inconsuete, volte a proiettare il lettore in una dimensione alquanto suggestiva sotto ogni suo aspetto, e destinate ad aggiungere un altro piccolo e significativo tassello a quel mosaico sufficientemente complesso che è la storia del Terzo Reich.